Il ruolo dello psicologo nelle relazioni d’aiuto, quando si presta soccorso psicologico dopo un evento traumatico (ad esempio un terremoto, un naufragio, un alluvione), si configura come un intervento che esce dal canonico “setting da studio”, per immergersi nella realtà contingente. In questi casi lo psicologo non effettua un percorso psicoterapico, nell’emergenza può solo realizzare 2-3 colloqui atti a ricomporre lo stato emozionale e lo shok post traumatico dell’utente.
Debriafing e Defusing sono gli strumenti principali assieme a varie tecniche che via via devono essere calibrate e ponderate asseconda delle circostanze e delle peculiarità dell’ utente. Importante seguire i principi di “Pertinenza” (sul focus del problema), “Adeguatezza” (ovvero realizzabile) ed “Efficace” (che genera risultati positivi).
Di questo si è parlato (tra le altre tematiche dei diversi giorni) al meeting formativo dei responsabili Cisom (Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta). E’ stato un contributo alla psicologia dell’emergenza italiana che via via diviene sempre più importante, ovviamente con la speranza di non doverla mai mettere in pratica…