In italia la depressione colpisce un milione e mezzo di persone, mentre il 10 % della popolazione ne ha sofferto almeno una volta. L’organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2020 diventerà la seconda causa di malattia dopo quelle cardiovascolari. Sebbene ci siano dei correlati biologici la depressione si origina e si sviluppa nelle nostre rappresentazioni, nei nostri vissuti, nella nostra rete di relazioni, nel modo in cui viviamo la realtà e le nostre esperienze. Nella fase di valutazione è importante distinguere in quale tipo di depressione siamo coinvolti e cosa puo aver originato il nostro malessere. Spesso ci diamo delle ragioni ma ben presto ci rendiamo conto che non sono sufficienti. Ciò accade perché normalmente l’uomo è portato a vedere nessi di causalità lineare (causa -> effetto) quando invece è bene passare ad un modello conoscitivo di causalità circolare. Questo modello prevede che l’effetto (la nostra depressione) possa retroagire sulle cause: Tentiamo delle soluzioni che il nostro umore depresso non consente di mettere in campo, finiamo così per accrescere le cause e sentirci sempre più inermi. Gli studiosi hanno chiamato questo fenomeno “impotenza appresa”, un spirale che via via porta sempre più giù il nostro umore. La psicoterapia in questi casi consiste nell’interrompere questo circolo vizioso per innescare un processo di maggior autostima, attivazione di risorse, diverso approccio al fenomeno. Vi è poi una parte di lavoro sull’ elaborazione delle emozioni e dei vissuti, di ricostruzione e ricomposizione di esperienze negative verso una nuova luce da dare alla realtà e all’ io.