Nell’ambito delle dipendenze distinguiamo quelle relative all’uso di sostanze, e le così dette “addizioni”. Nel caso dell’uso di sostanze psicotrope la persona sviluppa una “tossicofilia o tossicomania”, queste prevedono che la sostanza via via diventi sempre più importante e centrale nella propria vita e sempre più essenziale per poter vivere. Nelle tossicodipendenze si interllacciano una serie di aspetti diversi: una dipendenza meramente fisica, una psicologica, elementi di rappresentazione sociale, relazioni disfunzionali, cultura dello “sballo”, disordini di personalità, assenza di progettualità ecc.
Per comprendere il fenomeno ed elaborare un protocollo di cura, da anni l’università di Padova (cattedra di psicologia delle tossicodipendenze) porta avanti uno studio sulla rappresentazione del Sé tossicofilico, ovvero come l’identità si autodefinisce e si autorappresenta attraverso schemi di attribuzione prototipica e stereotipica. Nella mia tesi di laurea mi sono occupato proprio di questo, i risultati completi e tutta la ricerca si può scaricare qui.
Discorso diverso meritano gli altri tipi di dipendenza come quella da gioco, dal cibo, dal sesso da internet e più in generale da qualsiasi cosa che diventa indispensabile e di cui non se ne può fare a meno. Tutte le dipendenze hanno in comune il “circuito del piacere” : Una persona (per sentirsi appagata) mette in campo dei comportamenti o assume delle sostanze per avere piacere, queste -soddisfando il piacere solo in parte- generano la voglia di aumentarlo. La persona dunque ripete le azioni (o assume ancor più sostanze) in misura ancor maggiore. Naturalmente si va incontro al fenomeno dell’escalation, un sempre maggiore aumento di frustrazione e comportamenti disfunzionali.