Tesi del Master

Annuale in Psicologia Giuridica

” Le tautologie nelle perizie psicologiche”

 

Tesi del masterQuando si parla di perizia o di relazioni peritali dello psicologo in ambito giudiziale si fa ricorso ad una terminologia che, sul piano della rappresentazione sociale, fa immediatamente pensare al ruolo di un esperto nel contesto di un processo, sia civile che penale. Nel momento in cui il giudice, per pervenire a una sua autonoma decisione, ritiene necessario disporre di valutazioni su cognizioni tecniche riguardanti specifiche discipline che non rientrano nella sua formazione di giurista, è previsto che egli possa ricorrere a indagini di carattere peritale. Secondo una terminologia processuale più propria, si parla in questi casi di consulenza tecnica o di perizia, di parte e d’ufficio, e ciò, per cercare di dare delle definizioni, in termini generali, a seconda che l’indagine tecnica venga svolta su incarico di una parte del processo (attore, convenuto, pubblico ministero, indagato, imputato, parte offesa, parte civile) o su incarico del giudice (A. Forza, 2000-2001).
Le conoscenze e le competenze dello psicologo vengono ricondotte ad un sapere dalle categorie legislative e giuridiche: il suo sapere è, quindi, determinato da una domanda che, per come è posta, potrebbe mutare le sue stesse conoscenze (A. Salvini, 2000-2001). Le richieste del giudice, infatti, poggiano su realtà ben differenti da quella di una scienza psicologica, dove la prova (nel caso di un processo penale) o il parere (nel caso di quello civile) costruiscono una realtà che pare cristallizzare l’intero agire dell’uomo, alla ricerca di una spiegazione del comportamento che, in quanto deviante, obbliga la ricerca di una coerenza. Il sapere giuridico appare costituito da un codice attraverso le cui leggi gli avvocati possono costruire delle argomentazioni che interpretano i fatti accaduti; lo psicologo si trova sprovvisto di un tale codice che strutturi ed identifichi ogni comportamento, o che addirittura lo possa prevedere. Lo psicologo parte dallo studio di un comportamento, non già da una struttura che genera e cataloga dei fatti secondo un unico codice: sarebbe diverso concepire un comportamento secondo strategie di ruolo, reazioni psicogalvaniche, patologie psichiatriche, causazioni intrapsichiche dal più o meno vago accento traumatico, e così via. Tutto sta nella scelta del codice, e nella sua forza argomentativa, ricercando una coerenza esplicativa che faccia arrivare il giudice a decisioni conseguenti. Così, anche per una maggiore forza argomentativa, la norma legislativa viene ad essere trasportata nella perizia psicologica e tradotta come norma comportamentale, attraverso l’utilizzo di manuali internazionali di diagnosi. Viene a costituirsi, in questo modo, una linearità di pensiero causalistico quando (semplici) atti vengono tradotti in segni di devianza, assemblando una struttura di personalità che, condizionando e orientando la vita del periziando, genera una modalità morbosa di esistenza.

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