E’ stata la prima volta al mondo che ci siamo riuniti parlando di come anche un cieco possa praticare le manovre di rianimazione cardiopolmonare, disostruzione da corpo estraneo e uso del defibrillatore.
Grazie al patrocinio del comune di Roma, l’associazione nazionale ciechi e la Salvamento Academy, si sono potuti brevettare i primi 50 soccorritori non vedenti. Siamo dinanzi ad un esperienza che apre nuovi scenari rispetto al concetto di disabilità, diversabilità, versatilità. Un non vedente soccorritore si posiziona in una nuova assunzione di ruolo e beneficia di una nuova e rinnovata attribuzione valoriale. Assume un ruolo protagonistico ed attivo che rivoluziona gli schemi di tipizzazione sociale. Si pone come colui che è capace di prestare aiuto e che può salvare una vita al pari di tutti gli altri soccorritori. L’addestramento alle manovre, ovviamente, ha fatto uso di modalità comunicative differenti che sono risultate altrettanto efficaci ed adeguate per l’insegnamento. Abbiamo notato una miglior manualità e praticità dei ciechi rispetto ai vedenti, una maggiore capacità di
manipolazione ed abilità prassico-motorie. In aggiunta vi è più concentrazione, calma e precisione. Indubbiamente caratteristiche psicologiche che si sono sviluppate assieme alle altre per compensare la mancanza della vista. Un’altro aspetto è la relazione che i non vedenti hanno con i loro cani guida, una relazione costituita da molta empatia che non ha esitato a giocarsi anche in questa occasione. Certamente questo convegno e le attività di addestramento al soccorso per i non vedenti, costituiscono un esperienza cruciale, una nuova prospettiva ed una nuova visione della diversabilità.